Quando incontri queste magnifiche creature comprendi  il motivo per cui hanno ispirato tante antiche leggende.

Li abbiamo visti da vicino per la prima volta nel 2017,  durante il periodo invernale. Una coppia, mimetizzata sui rami di un albero ai margini del parco che circonda la struttura, sembrava scrutarci dalle fronde con sguardo un po’ “assonnato” .

Prima di loro avevamo già conosciuto una famiglia di civette. Le differenze risultavano evidenti: i due ciuffi di piume eretti in mezzo alla testa e la lunghezza sui 40 centimetri, ci dicevano che si trattava di ben altro rapace notturno. L’ Asio otus, questo è il nome scientifico.

A marzo ci hanno fatto l’onore di scegliere una quercia interna al parco per creare una nuova famiglia, occupando il nido abbandonato di altri grossi uccelli, forse gazze.

Dopo qualche settimana, passato il tramonto, i piccoli pulli facevano i loro primi balzelli sul terreno o sui rami bassi, accompagnati dallo sguardo vigile della mamma.

Mentre il soffice piumaggio bianco lasciava il posto alla livrea di colore bruno macchiettato, abbiamo avvistato uno dei genitori sorvolare i campi vicini, con la sua apertura alare di quasi un metro, a caccia di piccoli roditori.

Quest’anno abbiamo avuto una nuova famigliola. Tre piccole creature che, da aprile a giugno, hanno raggiunto la piena maturità. Siamo riusciti a vedere anche un giovane maschio, forse il papà, più piccolo rispetto alla femmina.

Creature che incantano, per le loro fattezze, l’estrema mobilità del collo, i grandi occhi aranciati e l’aura di mistero e imponenza che emanano quando spiccano il volo.
Speriamo di averle ancora con noi in futuro!