Nel lontano 1850 dal vecchio pozzo le donne attingevano l’acqua dalle speciali caratteristiche per preparare “al brod ad fasò” (il brodo di fagioli); all’antico forno la gente del paese si recava per cuocere il pane che durava l’intera settimana.
Nell’aia si asciugavano il frumento e la canapa e, nelle sere d’estate, si ballava al suono di un organino a manovella. Nella stalla riposavano le vacche da latte e i buoi che avevano trainato l’aratro ruminavano lentamente.
La “pusiòn” (azienda agricola) divisa in “braglini” delimitati da alberi da frutta e siepi di more e biancospino era coltivata dal mezzadro.
Nella grande casa colonica vivevano ben cinque famiglie…
A distanza di tanti anni i discendenti dei proprietari hanno voluto far rivivere questo luogo ristrutturando la casa e il magazzino (circa 380 mq) mantenendo la loro antica struttura pur dotandolo di tutti i comfort e le moderne tecnologie. Sul lastricato antistante l’edificio si può ancora ballare la sera; l’antico pozzo restaurato ed ornato di fiori rivive fornendo l’acqua alle piante.
I “braglini” sono stati sostituiti da una distesa di grano e mais, ma nel parco di circa 5000 mq si alternano, come allora, la quercia al giuggiolo, le rubinie alle more del gelso, la rosa canina al melograno..
Soltanto il canto degli uccelli ed il lontano rintocco della campana che scandisce le ore rompono il silenzio di questo luogo completamente immerso nella natura.